Ci sono tantissimi aspetti che riguardano il clima che cambia: il Mar Caspio si sta asciugando, mettendo a rischio decine di specie endemiche. Tale situazione è difficile da invertire poiché la soluzione è anche politica con troppi interessi in ballo.

Il Mar Caspio si sta ritirando, tralasciando le inside dovute ai problemi politici ed economici.
A stabilirlo è una ricerca appena pubblicata su Nature da un gruppo di ricercatori dell’Università di Utrecht in Olanda.
Gli studi compiuti ci dimostrano che nei prossimi 20 anni il Mar Caspio potrebbe calare dai 9 ai 18 metri di livello, perdendo 1/3 della sua superficie totale.
L’impatto sarebbe devastante per l’ecosistema del bacino, che ospita tra l’altro 40 specie endemiche, tra cui la foca ed il delfino beluga ed il 90% di tutti gli storioni del mondo, compromettendo anche la vita di 1.000.000 di persone che vivono lungo le coste.
Per evitare che faccia la fine del vicino Lago d’Aral – figura sopra, oramai ridotto ad una pozza, i ricercatori si appellano ad una task-force internazionale guidata dall’ONU, per limitare lo sfruttamento dei fiumi Volga, Ural, Terek e Kura di cui sono i maggiori affluenti, impoveriti oramai da continui prelievi e incapaci di alimentare il Mar Caspio (sempre meno mare e più un lago).
